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Il Metaverso non esiste. Diamo il benvenuto al Metaverso

  • Il Metaverso è una “realtà virtuale” che raggruppa diverse tecnologie già presenti da anni
  • Si può accedere al Metaverso tramite smartphone, PC e visori per un’esperienza immersiva
  • Nel Metaverso sarà possibile socializzare, partecipare ad eventi, lavorare, giocare e fare shopping
  • Non esiste un solo Metaverso, ma diverse piattaforme che comunicheranno tra di loro

L’evoluzione del Web dai siti vetrina al Metaverso

Il Metaverso non è altro che una nuova modalità per fruire di contenuti via Internet. Nel tempo il Web ha subito diversi cambiamenti. Prevalentemente questi cambiamenti vengono racchiusi in tre “ere”: Web 1.0, Web 2.0 e Web 3.0 che è quello verso il quale ci stiamo muovendo parlando, appunto, di Metaverso.

Cosa si intende per Web 1.0?

Il Web 1.0 è quello delle origini, dove prevalentemente avevamo una relazione 1 a molti. In pratica c’erano le aziende che realizzavano un sito web e gli utenti potevano visitare quello stesso sito per scoprire i diversi prodotti che venivano proposti. I siti, per lo più, venivano indicati come “siti vetrina” perché erano poco più di brochure trasposte in HTML. Non c’era interazione ed i contenuti erano statici. I linguaggi utilizzati erano l’HTML e, in siti più complessi ed avanzati, il Javascript.

Quali novità ha introdotto il Web 2.0?

Il Web 2.0 ha segnato una vera e propria rivoluzione. E’ l’era della generazione di contenuti dinamici, della comunicazione tra utenti ed aziende che, impensabile fino a qualche anno fa, lanciano iniziative per far decidere agli utenti quali devono essere i nuovi prodotti da mettere sul mercato.

Il Web 2.0 non si è formato dall’oggi al domani. Si è iniziato a parlare, infatti, della nuova versione del Web quando sono stati introdotti i Blog ed i Social Network che, d’altronde, inizialmente non rivestivano l’importanza che hanno oggi. Lo sviluppo di questi strumenti è stato possibile anche e soprattutto grazie alla nascita degli smartphone ed al cambio dell’offerta delle compagnie di telefonia mobile. Infatti, sono nate le tariffe flat con Giga inclusi. A mio parere questo è stato uno dei fattori che maggiormente hanno dato una spinta alla penetrazione della tecnologia nella vita di ognuno di noi anche grazie alla nascita di app quali Whatsapp che hanno permesso di cancellare il costo esorbitante degli SMS. Altro fattore che ha inciso sulla diffusione della tecnologia è stata l’ascesa di Samsung che a prodotto i primi smartphone realmente competitivi con la Apple e Huawei seguita, poi, da tantissime altre case produttrici.

In cosa consisterà il Web 3.0?

Il Web 3.0 è tuttora in formazione e comprende tecnologie nate nel Web 2.0, ma che solo ora riescono a vedere uno sviluppo tale da poter essere pervasivi della realtà di tutti i giorni.

Blockchain, NFT e Metaverso saranno sempre più al centro della scena. La blockchain è la tecnologia che ha visto la sua nascita in concomitanza con il Re delle Criptovalute, il Bitcoin. Permette di “decentralizzare”, cioè è indipendente da un’autorità centrale. Un esempio su tutti è proprio quello legato a Bitcoin dove sono gli utenti a “minare“, cioè a creare nuove “monete” senza la necessità che vi sia una banca centrale a gestire le operazioni. Gli scambi di criptovalute sono liberi, validati dalla blockchain e non sono soggetti a fluttuazioni decise “a tavolino” da un’Ente centrale.

Nella storia si è poi visto che questo ultimo fattore è senz’altro vero, ma è al contempo vero che il valore di Bitcoin, come delle altre criptovalute, può essere influenzato ugualmente non da una Banca Centrale, ma da quelle che in gergo tecnico vengono definite “whales“, balene, cioè i grandi detentori di criptovalute che, tramite la vendita o l’acquisto di enormi quantitativi di criptomonete, possono influenzarne il valore.

I detrattori del Metaverso affermano che, in realtà, non si tratta altro che di Virtual Reality (VR), Realtà Virtuale, e Augmented Reality (AR), Realtà Aumentata, e che il Metaverso esiste da anni rispolverando la piattaforma Second Life che molti di noi hanno avuto modo di provare circa 15 anni fa, prima ancora dell’avvento di Facebook.

Ricordo ancora l’esperienza in Second Life che ho avuto nel 2007. Uno spazio nel quale muoversi, incontrare gente, socializzare e poter visitare luoghi allestiti da aziende o semplici cittadini. Ricordo anche che all’epoca Antonio Di Pietro, il leader de “L’Italia dei Valori“, seguito da colui che è stato il mentore del Movimento 5 Stelle Gianroberto Casaleggio, decise di fare il suo ingresso sulla piattaforma 3D che sembrava avere tutte le carte in regole per segnare una rivoluzione nella vita di tutti i giorni. Così non fu perché il 3D, ancora oggi, richiede notevoli capacità elaborative ed elevate velocità di trasmissione dati. Entrambi fattori che oggi sono notevolmente migliorati.

All’epoca di Second Life, però, si poteva accedere alla piattaforma solo tramite PC perché gli smartphone, fa strano scriverlo, non esistevano ancora.

Da Second Life al Metaverso

Oggi esistono, oltre a Second Life, numerose altre piattaforme quali Decentraland, Sandbox, Roblox e tante altre. Senza dimenticare quella che, effettivamente, ha introdotto il nome Metaverso per questo tipo di tecnologia, cioè Meta (Facebook).

Il Metaverso concepito da Mark Zuckerberg è una piattaforma grazie alla quale sarà possibile incontrarsi con gli amici, ma anche con persone nuove. Sarà possibile partecipare ad un concerto, una fiera di settore, un corso di formazione oppure giocare comodamente seduti sul divano di casa.

Ecco un breve video che illustra l’idea che Zuckerberg ha di Metaverso.

Non solo intrattenimento. Il “mondo parallelo” pensato da Mark si concentra anche su un altro aspetto fondamentale nella vita di tutti i giorni: gli incontri di business. Ed ecco un altro breve video che illustra alcune delle modalità collaborative che saranno rese possibili dal Web 3.0

Non dimentichiamo, poi, l’importanza notevole che potrà avere nel campo dell’istruzione con la possibilità di seguire le lezioni comodamente da casa senza percorrere chilometri oppure prendere in affitto un appartamento in una città universitaria. State pensando ai risvolti sociali? Anche io. Immaginate a quanto tempo in più avremo per stare con i nostri amici. Tempo che prima veniva utilizzato per gli spostamenti. Bisogna, poi, considerare che la tecnologia è al nostro servizio e, in quanto tale, possiamo gestirla come meglio crediamo. Si potrebbe, ad esempio, pensare che, invece che dalle proprie abitazioni, gli studenti potrebbero raggiungere un’aula messa a disposizione dal Comune di appartenenza e collegarsi, in gruppo, all’università. In questo modo si otterrebbe un ibrido in grado di offrire notevoli vantaggi agli studenti.

Senz’altro grandi risorse verranno investite nel creare delle nuove esperienze di shopping. Negozi virtuali nei quali sarà possibile far indossare al proprio avatar vestiti, scarpe e quant’altro prima di procedere all’acquisto sia in forma fisica che digitale. Alcuni brand già ora permettono agli utenti di personalizzare il prodotto con i colori, i disegni e gli accessori che più desiderano in modo da creare un prodotto unico e personalizzato.

Il settore che da subito ha abbracciato questo nuovo mondo è stato quello della moda, ma, ne sono certo, presto verrà seguito da quello del turismo. Immaginate di poter effettuare una visita virtuale del luogo dove desiderate andare in viaggio. La possibilità di “vedere” dove arriverà l’aereo oppure il treno e quanto percorso dovrete fare per raggiungere l’alloggio, i siti di maggiore interesse oppure il ristorante che avete adocchiato. Pensate alla possibilità di poter effettuare una visita virtuale dell’albergo o, addirittura, della camera prima ancora di confermare la prenotazione. Non lo trovate…coinvolgente?

Alcuni hanno il timore che con l’avvento del Metaverso le persone siano incentivate a restare chiuse in casa perché dal divano potranno fare tutte le esperienze che vogliono. A mio parere la realtà sarà ben diversa. Chi ha la passione dei concerti, ad esempio, non rinuncerà a partecipare dal vivo all’evento, ma un pubblico ben più vasto avrà la possibilità di partecipare da casa. Quello stesso pubblico che non sarebbe mai andato ad un concerto dal vivo, ma che, da casa, si concede il divertimento.

Stesso discorso per le partite di calcio. Immaginate la possibilità di poter indossare i visori in casa oppure al pub con gli amici e “vivere” l’esperienza come allo stadio.

Immaginate la possibilità di indossare un visore a casa, con la propria famiglia, e decidere insieme la destinazione da visitare per le prossime vacanze.

Questo, per me, sarà il Metaverso. Ma, è corretto parlare al singolare? Oppure è il caso di dire i Metaversi?

Il problema dello standard dei Metaversi ed il difficile percorso di integrazione

Da quando vivo il Web ho sempre dovuto fare i conti con i diversi standard e protocolli. Quando sviluppavo siti diventava sempre più complicato prevedere come sarebbe stato visualizzato su uno schermo 15″ ed uno 17″. Poi, ci si misero i diversi browser. Un sito progettato per Internet Explorer non veniva visualizzato allo stesso modo tramite Netscape oppure Opera.

Poi, fu il momento delle estensioni dei file. Se si creava un documento con Office non poteva essere visualizzato con OpenOffice e viceversa salvo, poi, trovare la soluzione. Poi le immagini ed i loro infiniti formati (GIF, JPG, JPEG, TIFF, ecc…).

Poi è stata la volta degli smartphone con i due sistemi operativi iOS ed Android che hanno richiesto agli sviluppatori di decidere su quale marketplace investire per primo.

Ora è il momento dei metaversi. Ogni azienda cammina per conto suo rendendo, di fatto, complicata un’interazione tra le diverse piattaforme. Probabilmente vedremo l’imposizione della piattaforma che riuscirà ad attirare il maggior numero di utenti e, di riflesso, di aziende.

La Commissione Europea sembra aver capito che non può restare indietro e che deve iniziare da subito ad aprire il dibattito riguardo alla regolamentazione del Metaverso.

“Continueremo a guardare a nuove opportunità e tendenze digitali come il metaverso”

A metterlo nero su bianco è stata Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, in una lettera d’intenti datata 14 settembre 2022.

“In realtà, non uno, ma molti metaversi sono in fase di sviluppo, poiché una nuova generazione di piattaforme digitali offre possibilità alle persone di interagire in modi completamente innovativi”

A scriverlo è Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, in un post su LinkedIn datato sempre 14 settembre 2022.

Thierry Breton parla anche, con estrema chiarezza, della necessità di creare “uno spazio pubblico, una nuova “piazza” pubblica dove le interazioni digitali già possibili online hanno il potenziale per essere amplificate come mai prima d’ora“.

Il termine “pubblico” utilizzato per ben due volte nello stesso paragrafo sembrano definire chiaramente il percorso che la Commissione Europea intende portare avanti. Di sicuro dobbiamo evitare quanto più possibile di ripetere gli errori del passato che hanno portato pochissime aziende a detenere un potere eccessivo che spesso gli permette di avere un potere politico simile a quello di uno Stato.

Qualcuno ricorderà l’intenzione dell’allora Facebook di creare una propria criptovaluta denominata “Lybra” che raccolse da subito importanti adesioni di partner commerciali soprattutto nell’ambito della finanza salvo, poi, essere bloccata del tutto a seguito di pressioni venute da più parti.

Abbracciare il Metaverso oppure continuare a ripeterci che non esiste?

Di indole sono sempre stato un early adopter, uno di quelli che provano quanto prima possibile tutte le novità. Anche questa volta credo che c’è il bisogno di capire quanto prima possibile come essere presenti nel Metaverso e farlo in maniera costruttiva ed etica ricordando a me stesso per primo che “il problema non è la tecnologia, ma l’uso che se ne fa“.